Archeologia urbana per la città di Aosta

Aosta – Opere a rete

Periodo degli scavi

2015 – in corso

Luogo degli scavi

Città di Aosta

Committente lavori

Telcha Srl

Responsabile scientifico

dott. David Wicks

SCENARIO

La prevenzione che salva dagli imprevisti

Creare una moderna rete di teleriscaldamento, lunga 47 km, a servizio della città di Aosta. Questo l’obiettivo di Telcha Srl, che ha avviato nel 2014 i lavori del I Lotto (che prevedevano gli scavi e la posa della dorsale principale di collegamento tra la centrale, ubicata all’Espace Aosta, e la direttrice di via Festaz, che attraversa in senso est-ovest la città). I lavori per la posa del teleriscaldamento includono un’operazione piuttosto complessa da più punti di vista, in particolare da quello della salvaguardia del patrimonio culturale.

La rete Telcha è costituita da tubazioni in acciaio coibentate, che trasportano nel sottosuolo il calore prodotto dalla centrale termica sotto forma di acqua calda (a oltre 90°C).

Essa presenta un circuito chiuso costituito da un tubo di mandata e uno di ritorno che, attraverso la dorsale, le diramazioni secondarie e gli stacchi d’utenza, raggiunge tutti i palazzi della città, consentendo notevoli risparmi legati ai costi di riscaldamento e della manutenzione degli impianti.

Nella primavera del 2015 è iniziato il II Lotto, che ha permesso di sviluppare il tracciato a servizio della parte occidentale e settentrionale della città con il supporto di Akhet, che ha curato l’assistenza archeologica e la definizione del rischio di ritrovamenti anche del III Lotto e dell’attuale estensione della rete.

La verifica preventiva dell’ interesse archeologico

 

Negli ultimi decenni l’Archeologia preventiva urbana è stata via via affinata allo scopo di ridurre i disagi per la cittadinanza preservando, al contempo, importanti tasselli storici. Tra i nuovi strumenti utilizzati in tal senso la VIARCH, relazione specialistica che ha l’obiettivo di valutare l’interesse archeologico del territorio oggetto di nuove costruzioni, limitando la perdita di informazioni legate allo scorrere del tempo.

Il territorio e le aree di rischio

L’Assistenza archeologica consente (oltre ad evitare di perdere tempo durante i lavori) di ottenere interessanti notizie sulla morfologia dei terreni, andando ad ampliare la conoscenza del territorio oltre che a definire le aree di rischio archeologico nei tratti del progetto.

Sondaggi e trincee

Le informazioni più preziose

Analizzando e documentando le varie sezioni del terreno, si è potuto verificare come il paesaggio si è trasformato nel corso dei principali periodi archeologici, ottenendo così dei dati georeferenziati (in sezioni e in piano) che hanno aiutato a ricostruire le aree di reale assenza di dati. Una base efficace è data dal fatto che, ad Aosta, i livelli romani sono sempre chiaramente riconoscibili per il loro alto contenuto di ceramiche, anche in periferia.

Ricostruzione

Le informazioni positive e negative sono poi state messe insieme per creare dei modelli digitali del terreno su cui sono ricostruite le fasi antiche di utilizzo del terreno stesso, delimitando le aree di interesse archeologico in modo più efficace. Sono stati indicate anche le zone dove gli edifici moderni hanno distrutto il deposito archeologico, nonché le linee guida che sottolineano la profondità dei depositi romani. La creazione di questo importante strumento di controllo, oltre a consentire la preservazione dei depositi archeologici, da la possibilità di sviluppare il progetto in modo accurato e sicuro.

Ridefinizione

L’attenta valutazione preventiva del rischio archeologico, eseguita in sede di progettazione preliminare con il coordinamento della Soprintendenza, permette di abbattere notevolmente il rischio di ritrovamenti che potrebbero ostacolare o ritardare i lavori. In alcuni tratti, infatti, il percorso è stato preventivamente deviato su tracciati più “sicuri”, come quelli già utilizzati per precedenti sottoservizi. Dove non si può agire in tal modo è garantita una costante vigilanza archeologica: i lavori di scavo sono costantemente assistiti sia da personale regionale, sia dagli archeologi, in modo da salvaguardare i ritrovamenti, garantirne la conservazione e la documentazione completa, agevolando allo stesso tempo la posa del servizio tecnologico e riducendo al minimo i disagi alla viabilità. Operando in questa maniera, nessun ritrovamento archeologico ha rallentato l’avanzamento dei lavori, mantenendo le tempistiche previste dal crono programma. Lo studio preliminare delle zone interessate dalla progettazione ha infatti permesso di valutare la reale interferenza tra le opere del teleriscaldamento e le stratigrafie archeologiche conosciute o prevedibili, sulla base di un’attenta osservazione dello sviluppo del territorio nel tempo. Il risultato è raffigurato mediante planimetrie tematiche che rappresentano la base per la delimitazione delle “aree di interesse”, differenziate per “livelli di rischio” in base alla sovrapposizione dei nuovi interventi con gli elementi archeologici.

Salvaguardia

Il costante dialogo tra committente, progettisti, archeologi e direzione scientifica, ha inoltre consentito di proseguire con le lavorazioni preservando i depositi archeologici. Per salvaguardare invece i rinvenimenti antichi, in fase esecutiva, si è operato in modo differente, trovando soluzioni via via adattate al caso grazie anche alla costante ridefinizione delle aree di rischio con il progredire dei lavori. In viale Chabod e in via Saint-Martin-de-Corléans, ad esempio, i tracciati sono stati leggermente modificati per limitare gli interventi di scavo archeologico di una nuova necropoli dell’Età del Ferro; in via Festaz è stato riutilizzato, per il passaggio delle tubazioni, il voltino di epoca romana riconosciuto nelle mura cittadine, mentre in piazza della Repubblica, nei pressi dei resti della cappella del Plot, sono state sfruttate le lacune già presenti nelle murature antiche; in corso Battaglione la modifica della quota di posa delle tubazioni ha consentito di conservare i livelli stradali di epoca medievale.

Nel 2018, Akhet è passata da un’attività preventiva e di sorveglianza archeologica tout court ad un’attività di scavo per la posa dei sottoservizi, che ha così permesso di operare in prima persona sul sottosuolo urbano di Aosta: questo ha comportato un notevole miglioramento delle tempistiche e della risoluzione delle problematiche che emergono durante gli scavi nelle aree archeologiche. Inoltre, questo modus operandi ha consentito di lavorare con cura e tutela nei tratti più impegnativi della rete per ubicazione e limitazione degli spazi, come ad esempio nei punti di allaccio ai condomini (via Charrey, via Festaz, via Carebel, piazza Roncas, Museo archeologico regionale).

Per approfondire

Potrebbe interessarti anche

Caso studio

Un cantiere straordinario

Lavori di scavo archeologicamente assistito preliminari alla riqualificazione e all’ampliamento dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta.

Committente: Coup Srl – Regione autonoma Valle d’Aosta Ufficio Beni Archeologici
Periodo: 2014 – in corso
Luogo: Piazza Caduti nei Lager Nazisti e viale Ginevra di Aosta

Scopri di più